Nessuna risoluzione per l’anno nuovo o promesse mirabolanti ma solo una riflessione maturata in questo 2015.
Ho trascorso una vita di assoluti per decenni, una vita nella quale lo spazio alle sfumature era praticamente nullo. Un paio di anni fa decisi di concentrarmi su un certo tipo di fotografia che mi facesse prima di tutto ritornare a contatto con le cose che mi fanno stare bene. Poca gente e molta natura è stata una scelta quasi naturale.
Ma non era ovviamente abbastanza, è stato infatti solo in questo 2015 che finalmente, non solo ho capito, ma ho imparato a vivere pianamente il concetto del “è più importante il viaggio che la meta“. Sembra una delle tante banalità che si leggono in rete al giorno d’oggi, ma per una persona che ha sempre fatto della meta la ragione della propria vita è un cambio epocale.
Questo mi ha permesso innanzitutto di “vivere” ogni istante di questo anno gioendo e soffrendo quando necessario oltre che apprezzare e godere sia dei grandi ma sopratutto dei piccoli traguardi raggiunti.
In questi giorni poi di montagna solitaria, in un paesaggio lunare per via della completa mancanza di neve, mi hanno confermato questa scelta in parte inconsapevole in parte fortemente voluta.
Un grazie particolare a mia moglie, auto eletta moglie dell’anno, per la pazienza e il supporto che non manca mai di fornirmi ogni giorno.
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