Nella sicurezza delle nostre quattro mura, al caldo del camino e con la dispensa stracolma di ogni bene, il concetto di inesplorato non ha spazi per esistere. Appare limpido, cristallino. Il significato che si manifesta con il più classico “ormai si è visto tutto, non c’è più nulla di inesplorato su questa terra” appare di conseguenza assoluto.
Sarebbe veramente una pacchia se fosse vero. Anzi no, sarebbe un dramma se fosse vero.
Diciamo che nell’ansia di vivere una vita senza sorprese, che pare essere l’obiettivo primario, ed a volte unico, della stragrande maggioranza degli uomini che calpestano questo pianeta, la prima versione sarebbe, anzi è, un qualcosa di più di un mero desiderio, è una vera e propria meta agognata con tutte le forze.
Ahimè per quanto i libri di viaggio, di geografia, documentari e quant’altro ci vendano una realtà che risponde all’imperativo del “tutto è già stato visto e fatto“, le cose non stanno proprio così.
L’inaspettato, l’inesplorato, lo sconosciuto è dietro l’angolo. Perché se anche l’umanità intera lo avesse già fatto o visto, ma almeno uno no, viene da se che per quell’uno sarebbe un’avventura, un’esplorazione del tutto nuova, priva di un qualsiasi dejavu. Probabilmente di poca importanza per i canoni della società attuale, ma al contrario, sarebbe fondamentale per quel singolo che nel suo piccolo si troverebbe ad affrontare l’ignoto. A volte basta cercarlo.
La difficoltà però sta nel fatto che ogni giorno che passa è sempre più difficile andare anche solo in una direzione diversa da quella che la società propone ed impone. E’ doveroso però anche solo provarci, ecco perché sempre di più, inserisco nelle nostre esplorazioni luoghi “di serie B“, ovvero luoghi che nel catalogo delle magnificenze di questo pianeta probabilmente non compaiono nelle prime voci a sommario. Sono luoghi che spesso non hanno nomi altisonanti e che richiedono una spiegazione e non solo un nome per essere individuati e riconosciuti. Luoghi che per dare hanno bisogno di ricevere e per ricevere bisogna essere pronti a dare.
Secondo la mia esperienza, la determinazione nel conoscere un posto in particolare viene sistematicamente ricompensata. Nella mia mente ogni luogo naturale è pronto a essere conosciuto e in qualche punto di questo processo una persona inizia a percepire che anche lei sta per essere conosciuta e che quando è assente da quel luogo, sa che a quel posto lei mancherà. Questa reciprocità, il conoscere e l’essere conosciuti, rinforza la percezione di essere necessari al mondo.
Berry Lopez, Granta 2015.
In questo contesto, già da qualche anno, il significato stesso di “conquista” o “traguardo” ha perso per noi quasi ogni significato a favore invece di un’idea di obiettivo più improntata verso l’esperienza. Perchè per banale che sia, è vero che la meta è importante, ma lo è altrettanto il viaggio per raggiungerla. Ecco perchè in quest’ottica, il concetto di cammino, inteso come percorso, viaggio, da un punto (partenza) ad un altro (arrivo) concorre ad alimentare l’esperienza personale che viviamo durante il tempo che intercorre tra questi due punti.
Da qualche parte nelle Dolomiti.
2016 © Ma.Ni. Adventure photography
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