Il sentiero glaciologico dei Forni è un facile percorso di escursionismo che si sviluppa a partire dall’omonima località Forni in Valfurva. Siamo all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio .
Dopo un primo strappo il sentiero percorre su un falsopiano con una serie di sali scendi a ripetizione. Alla nostra destra incombe imponente il monte S. Giacomo.
Sulla sinistra lo sguardo spazia libero verso le cime circostanti. Il Gran Zebrù, il Cevedale. Alle nostra spalle il Monte Confinale, Cima della Manzina, Cima dei Forni. Dritto davanti a noi la conca enorme dove il ghiacciaio dei Forni è placidamente adagiato.
L’ultima volta che abbiamo avuto il piacere di vedere e toccare un ghiacciaio risale esattamente a 10 anni fa. Stiamo parlando dell’Athabasca Glacier in Alberta, Canada. E’ una delle 6 lingue principali del Columbia Icefields, il più grande ghiacciaio delle Rocky Mountains e separa fisicamente il Banff National Park e il Jasper National Park. Anche quello, come del resto quello di oggi, sono ghiacciai in fortissima sofferenza.


Documentandomi presso il rifugio Forni, ho potuto vedere attraverso una serie di fotografie d’epoca e cartoline l’arretramento inesorabile e devastante del ghiacciaio negli ultimi 90 anni.
Oggi non resta che la parte terminale. Un lenta, lentissima agonia alla quale pare non esserci fine.
Tornando alla nostra escursione…
Dopo un facile guado si scende in maniera decisa per poi risalire una ripida serie di massi perdendo di vista l’onnipresente ghiacciaio. Qui si incontrano le prime formazioni rocciose particolarmente interessanti.
Da una parte il lavoro di levigatura operato del ghiaccio nel corso dei secoli ha creato e modellato la roccia in forme strabilianti. Dall’altro assistiamo ad una varietà incredibile di rocce. Non siamo geologi ma questo non ci impedisce di manifestare tutto il nostro stupore di fronte a tanta bellezza.

Superato questo salto si giunge finalmente in vista della morena terminale del ghiacciaio dei Forni.
Lo spettacolo toglie le parole dalla bocca.
Come sempre questi scenari racchiudono in se un lato apocalittico, dato dalle immensità che a fatica cerchiamo di contenere nella nostra mente, ed un lato estetico rappresentato da forme che al nostro occhio appaiono gradevoli al punto da oscurare i pericoli intrinsechi di zone come questa.
Trovo un punto di ripresa leggermente sopraelevato da qualche è possibile ammirare l’estensione di quello che oggi è il ghiacciaio. Ai miei piedi le acque di scioglimento scorrono veloci verso l’imbuto naturale della valle. Il sole è accecante, la neve brilla di fronte a me in tutto il suo splendore.

Ci avviciniamo alla morena termina in un fragore di acque assordante. Tonfi di massi ci sorprendono di quando in quando. E’ un tripudio in sfacelo tra acque, sabbia, rocce e ghiaccio.
Ghiaccio ovunque.
Anche dove sembra di calpestare roccia in verità ad un esame più accurato scopro che si tratta invece di ghiaccio. Resisterà al mio peso?
Scendo verso una delle sponde della morena dove è possibile gettare uno sguardo su uno dei tanti torrenti che scorrono invisibili sotto la coltre di ghiaccio.
E’ come avventurarsi nel ventre di un mostro. Pericoloso ma al tempo stesso eccitante.

La sensazione di “fine del tutto” è palpabile. Nulla è stabile, nulla è definitivo. Ed oggi, qui, lo tocchiamo con mano.
Guardare un ghiacciaio mentre si scioglie ti lascia un senso di impotenza totale. Non puoi fare nulla per impedire al ghiaccio di tramutarsi in acqua e scappare via, a valle. Di fronte a tanto sfacelo mi sento inerme.
Riprendiamo il sentiero glaciologico dei Forni in direzione del rifugio Branca. Una lenta discesa ci porta ad attraversare un ponte sospeso sul torrente in piena che scende dal ghiacciaio.
La potenza delle acque accentuata dal pendio e dai salti tra le rocce è quanto di più puro e potente si possa ammirare. Sospeso sopra le acque mi lascio inebriare da tanta potenza.
Superato il ponte ci portiamo sul versante opposto della valle e con una serie di salti cominciamo una decisa discesa prima lungo un sentiero poi una forestale. Finalmente il pendio degrada e ci concediamo un po’ di esplorazione lungo il torrente.
Il sole sta compiendo il suo periplo quotidiano e finalmente compaiono le nuvole ad addolcire l’abbacinante luccichio dei raggi solari.
Qualche ombra fa la sua comparsa insieme ad una brezza fresca da tardo pomeriggio.

Finalmente riguadagnamo il parcheggio ed una meritata birra mentre il nostro sguardo continua ad andare là in alto, verso il ghiacciaio.


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