La pratica di togliermi gli scarponi e le calze è ormai diventata una consuetudine.
Tu hai mai provato a camminare a piedi nudi nel parco, qualunque cosa sia per te “parco”.
Per me “parco” è il bosco, la roccia, il torrente. “Parco” sono tutti quegli elementi distintivi del paesaggio montano.
Ma facciamo un passo indietro.
Vorrei subito dire che mai nella mia vita avrei preso in considerazione l’idea di camminare a piedi nudi se non in casa e in spiaggia, a patto che ci fosse la sabbia.
Oggi questa pratica sta diventando un’esigenza. E’ un modo diretto per riappropriarmi di un contatto, di una relazione, con la Natura che sento di avene bisogno.
Ho capito che sono stato privato di questa possibilità per come sono stato cresciuto. In parte direttamente dalla mia famiglia e per il resto dalla società nella quale mi sono formato.
Oggi sono grato di poter dire: “Mi rendo conto che mi manca questo contatto viscerale con la Natura”.
Significa per me che il percorso che ho intrapreso quasi inconsapevolmente, ma poi forse nemmeno tanto, qualche anno fa, sta portando i suoi frutti.
Tra gli immancabili alti e bassi, oggi continuo a camminare a piedi nudi nel parco ogni volta che ne ho la possibilità.
Ogni volta che le piante dei miei piedi toccano la terra ho una scossa. Il freddo. L’umido. La fragilità.
Come giustamente scrive Andrea Bianchi, spogliarsi aumenta la percezione dell’ambiente perché quando realizzi che sei “indifeso” verso quello che ti circonda, è allora che i tuoi sensi si acutizzano. La vista ed il tatto, ma anche l’udito. E’ tutto il tuo corpo che prende coscienza di uno stato che per secoli è stato il naturale compimento di un’azione basilare: camminare.

Cominciare a spogliarmi, partendo dagli scarponi e dalle calze, è stato il primo passo per riprendere confidenza anche con il mio corpo.
Vivendo in una società che ho elevato il corpo a tempio e a idolo, se non si assecondano i canoni del momento si viene automaticamente relegati a persone di serie B, ma fin che fosse questo il problema qualcuno potrebbe anche passarci sopra.
Diverso è quando questa etichettatura impatta sul nostro morale, sulla nostra sicurezza, sul nostro essere.
Occorre veramente farsi forza e recuperare e rivendicare il proprio posto nella scala sociale, posto che non può e non deve essere sotteso a canoni estetici.
Io l’ho fatto con l’aiuto della Natura. Spogliarmi mi ha letteralmente messo a nudo. Difetti, limiti, paure.
Tutto il bagaglio con cui sono stato cresciuto si è scontrato con l’esigenza di essere veramente me stesso ed esprimere la mia personalità liberamente.

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