Siamo in quel periodo dell’anno nel quale in pianura viaggio tranquillamente in maniche corte con 25 gradi, mentre in montagna siamo ancora in “inverno” con alberi spogli, neve al suolo e temperature non certo primaverili.
In mezzo una terra di nessuno che cerca di uscire dalla stagione fredda e rinascere in primis con la fioritura.
Infatti, man mano che si sale, ricominciano gli alberi in fiore, cosa che in pianura ormai sono terminati da almeno 10 giorni.
E’ come un viaggio a ritroso nel tempo che ogni anno non manca mai di meravigliarmi.

Finalmente rivedo il Lago Baccio colmo, non solo di acqua ma anche di decine e decine di rane e rospi che proprio in questo momento dell’anno attraversano la fase della riproduzione.
Mi fermo a guardarne qualcuno nuotare e stupidamente penso che sì nuotano proprio a rana….
Nonostante le tante difficoltà salgo abbastanza bene. E’ quasi una splendida giornata anche se come spesso accade il vento è importante e di stare in mezze maniche non se ne parla.
Le faggete sono ancora completamente addormentate, mentre nelle zone in ombra la neve regna ancora incontrastata.

La stratificazione del territorio passa anche da qui. Dalle stagioni compresse in appena 40 chilometri.
La dinamica primavera in contrapposizione dello statico inverno. Ce ne sarebbe da dire.
Mi accontento di vagare nei boschi con passo lento, attento a cosa i miei scarponi pestano, cercando di salvaguardare le chiazze di neve ancora presenti.
Lontano dagli screzi di chi favoleggia già picnic all’aria aperta, presto l’orecchio alle fronde dei faggi accarezzate dal vento.
Ecco qui un masso che pare il mio letto. Anzi questo è più comodo del mio letto.
Ironia, Giuseppe Ungaretti
Odo la primavera nei rami neri indolenziti. Si può seguire solo a quest’ora, passando tra le case soli con i propri pensieri.
È l’ora delle finestre chiuse, ma
questa tristezza di ritorni m’ha tolto il sonno.Un velo di verde intenerirà domattina da questi alberi, poco fa quando è sopraggiunta la notte, ancora secchi.
Iddio non si dà pace.
Solo a quest’ora è dato, a qualche raro sognatore, il martirio di seguirne l’opera.
Stanotte, benché sia d’aprile, nevica sulla città.
Nessuna violenza supera quella che ha aspetti silenziosi e freddi.
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