Che senso ha pensare come una montagna oggi se non siamo nemmeno in grado di pensare da uomini?
Prendo a prestito il titolo del libro di Aldo Leopold, appunto “Pensare come una montagna“, per rigirare la frittata tanto cucinata ultimamente che ci vuole paladini e prodi salvatori delle terre alte.
Il mantra ci vorrebbe pensatori alti e lungimiranti, votati alla salvaguardia e al bene comune. Nella realtà dei fatti invece sia devoti servitori del dio denaro e null’altro.
Che fare allora?
Faccio una piccola analisi di coscienza e mi rende conto che mi trovo il più delle volte nella spiacevole situazione di “non sentire nulla” quando sono in montagna. Figuriamoci quindi pensare come Lei o a Lei o per Lei.
Non penso di essere particolarmente ipodotato intellettualmente o emotivamente o sentimentalemente, semplicemente non riesco ad instaurare una relazione che preveda uno scambio tra me e l’ambiente che mi circonda.
E dire che ti tempo in natura ed in montagna ce ne passo tanto.
Che fare allora?
Sinceramente non riesco a vederci un’uscita positiva da questo tunnel.
Se pensare come una montagna fosse veramente fattibile allora probabilmente vedremo degli effetti tangibili di questo pensiero.
Ma la triste verità è che siamo più o meno tutti sulla stessa barca.
Chi più, chi meno, sentiamo il bisogno di recarci in natura perchè intuiamo qualcosa. E’ un po’ come essere il Neo di Matrix che inuisce che qualcosa non quadra, ma non sa cosa.
Io mi sento molto così, come Neo. Continuo a farmi domande accumulandole sulla scrivania senza però trovare risposte adeguate.
Continuo a cercare, a camminare, a pensare, a leggere, ad ascoltare ma poco o niente cambia.
Oggi non mi basta più appagare lo sguardo, vorrei avere più consapevolezza, vorrei capire almeno qualcosa.
Invece continuo a brancolare nel buio.
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