Poco importa che sia vacanza, festa o giorno lavorativo, la mia sveglia “suona” sempre prima di quella degli altri. Lascio il caldo e comodo letto e mi sposto in sala. Fuori è buio pesto, gli animali sono ancora nelle rispettive stalle e nessun rumore turba la pace di questo momento.
Sbircio fuori da una delle finestre, come spesso mi piace fare sopratutto quando non sono a casa mia. La strada giù alla discesa è deserta. Le luci degli addobbi che ieri sera sfavillavano nell’oscurità sono spente. E’ un momento magico questo, sopratutto durante l’inverno. Faccio fatica a raccontare le emozioni e le sensazioni che provo in questi frangenti. Cambio finestra e guardo a sud. La falce della luna crescente si staglia contro un cielo terso che ha dell’incredibile. Un bagliore lontano e tenue disegna il profilo di quello che è il monte che nel bene e nel male ha finora segnato la mia esistenza. Mi fermo ad ammirare tanta perfezione.
Nessuna parola è in grado di raccontare quello che si svolge fuori e dentro la finestra. E’ necessario solo ascoltare il silenzio.
Imbraccio la macchina fotografica ed aperta la finestra scatto questa immagine a memoria di questo fantastico momento.
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