Il silenzio incombe sull’acqua immobile del lago. Le cime intorno a noi sono coperte ed il meteo non promette niente di buono ma non riusciamo a rimanere inerti di fronte a questo “ambiente”.
L’umidità è come sempre al 100% mitigata solo da una temperatura tutt’altro che estiva. Abbandoniamo le sponde del lago e ci inoltriamo con decisione della foresta. Il sentiero è semplice e sale regolare tra i tronchi impressionanti dei larici che si gettano dritti verso il cielo senza esitazione. Usciti dal bosco la salita si fa più ardua e con uno zig zag in pietraia, guadagnamo metro su metro. Più in alto non vediamo che direzione prende il sentiero e ci fermiamo a ragionare sul da farsi. La valle sotto di noi si apre in uno spettacolo incredibile. Il verde di questa stagione è un pugno nell’occhio. Si intravede un’uscita e procediamo con decisione superando alcuni tratti decisamente impegnativi per pendenza.
L’ambiente è totale! Alla nostra sinistra una parete incombente di qualche centinaio di metri ci lascia piovere addosso tutta la pioggia caduta nella notte, alla nostra destra una scarpata che termina laggù dove si perde la vista. Sembra di vivere in un limbo. Il silenzio è assoluto, rotto soltando dal nostro respiro e dai nostri passi.
Proseguiamo ed in poco meno di 2 ore dalla partenza scolliniamo. La stagione incerta rende la nostra presenza così esposta precaria e nonostante le nuvole sempre più fitte facciamo sosta nella speranza che si apra un po’.
L’attesa è solo parzialmente premiata, il sole non vuole farsi vedere oggi e ci accontentiamo di uno sguardo sfuggevole verso il basso, verso quall’acqua azzurra che si rimescola ogni volta con il sangue che ci scorre nelle vene dandoci quell’ossigeno di cui tanto abbiamo bisogno. Giusto il tempo di uno scatto e veniamo avvolti dalle nuvole.
Con la coda tra le gambe prendiamo la via della discesa con la promessa che torneremo il prossimo autunno…
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