Nuvole notturne
Chiara, fredda, tranquilla è la notte, la prima
Notte dell’anno. Come per l’aria, a stuolo a stuolo,
Passan gli uccelli, quando migrano ad altro clima,
Così passan le nuvole sotto la luna a volo.
Passan sui colli ignudi, passan sui campi arati,
Passan sul mar che a un soffio di vento si corruga;
E tu dall’alto, o luna, pallida e muta guati
Via per i cieli immensi quella tacita fuga.
Con un gemito sordo, con un rantolo roco,
Nel camino la campa sale, s’attorce, anela;
Splende nell’aria, scialbo spiritello di foco,
La tremebonda, aguzza fiamma d’una candela.
Nella smortita luce d’un’antica specchiera
Come in unìacqua cheta si riflette la stanza:
Sembra ogni cosa un’ombra diafana e leggiera,
Visione di sogno, baglior di rimembranza.
Nel picciol vano io seggo della finestra, al vetro
Assiderato e netto appoggiando la fronte;
E con l’errante sguardo e col pensier vo dietro
Alle nubi che passano, calando all’orizzonte.
O mutabili forme, o lievi peregrine,
Dove vi caccia il vento per quest’etra infinita?
O sogni avventurosi, o speranze divine,
Dove v’ha dissipati il vento della vita?
Ti sei mai fermato a guardare le nuvole? Io lo faccio spesso, sono un elemento mobile in un contesto di staticità che catturano sempre la mia attenzione. Spero sempre che le nuvole regalino quel quid in più ad un paesaggio, non troppo ma non troppo poco. Sì sono incontentabile, ma desiderare non costa nulla perché quindi non farlo?
Questa mattina mi sono svegliato che ancora era buio per fare qualche fotografia, ma ahimè ho dovuto attendere più di 2 ore finché il sole non è riuscito a dissipare un poco le nuvole che, complice il forte temporale della sera prima, insistevano noiose nel fondovalle. Quando ormai sono le 9 recupero tutta l’attrezzatura ed imbocco la strada verso casa. Qualche chilometro in macchina e mi imbatto nel “solito” spettacolo delle nubi da dissolvimento. Il sole finalmente pare abbia bucato e la luce, nonostante l’ora, sembra interessante.
Fermarsi non fermarsi, ma ho sonno, ho fame e sono stanco. Questo è il solito dilemma che mi attanaglia e a cui è necessario rispondere sempre affermativamente anche se a volte proprio non ne si ha la voglia. Parcheggio a bordo strada, scatto qualche immagine, aguzzo la vista per godermi lo spettacolo della natura. Le montagne a fatica si distinguono nel groviglio delle nubi in movimento. Un profilo netto mette in risalto una fila di conifere, vedo una linea, inquadro, scatto.
Di fronte a questi spettacoli vengo sempre preso da un’estasi incontenibile, sono felice di questo attimo, sono felice di essermi concesso questo attimo.
Attendo ancora un po’, volgo lo sguardo a sud, verso il folto della foresta che abbraccia il ripido pendio del monte. Mi immagino l’inferno di un incendio che divampa con la forza distruttrice di una vampa purificatrice. E’ un abisso quello che mi si apre davanti, una caverna buia nella quale non posso non gettarmi a braccia aperte.
Oggi nonostante tutto sarà una giornata di sole, ed ora è il momento della colazione.
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