Inauguro questo venerdì una nuova rubrica dedicata agli “Ospiti“. Ho deciso di chiedere a mio cugino Riccardo, che da poco più di 12 mesi sta girovagando per il Sud America, di mandarmi un post su una delle tante avventure che in questi mesi ha fatto tra Cile ed Argentina ne è uscito questo articolo sul trekking di 5 giorni al Torres del Paine.
Sud America. Cile. Patagonia. Torres del Paine. In poche parole, la capitale del Sudamerica per quanto riguarda il trekking!
Questa catena montuosa, ridefinita da qualcuno l’ottava meraviglia del mondo, aveva già scaturito in me molto interesse all’inizio del mio viaggio… All’epoca dovetti abbandonare, o meglio rimandare, l’idea di percorrere chilometri in questo parco naturale perché per effettuare l’intero circuito occorre prenotare con mesi di anticipo.
Mi dissi che se in un anno fossi stato ancora in Sudamerica avrei camminato per quei famosi e rinomati sentieri!
A dire il vero tutti quelli con cui ne avevo parlato, mi avevano messo molto timore perché dicevano che il Fitz Roy (montagna nella Patagonia argentina) fosse molto più bella, inoltre riuscire a prenotare i vari camping per effettuare il circuito sarebbe stata un’impresa piuttosto ardua e così in effetti è stato. Tutto questo ha ovviamente creato moltissime aspettative da parte mia!
All’interno del parco si posso seguire due itinerari distinti. Il primo, la O, prevede un percorso a periplo intorno alla catena montuosa della durata di circa 8 giorni, tanto allettante quanto complicato da organizzare. Il secondo, denominato W della durata di 5 giorni, è il più conosciuto.
Come sempre in occasione dei trekking il giorno pre-partenza è ormai un rituale per me. Si caratterizza come il giorno dell’approvvigionamento: cibo e attrezzature o cose che mi permetteranno di sopravvivere per la durata dell’itinerario.
Per 5 giorni ho camminato sempre al lato della catena montuosa addentrandomi fino a dei “mirador” da dove si potevano ammirare le varie montagne in diverse posizioni, ho camminato al lato di un ghiacciaio, svariate lagune, fatto una pausa in una spiaggia, conosciuto tantissimi camminatori con cui ho condiviso gioie e dolori, ho vissuto tre stagioni (primavera, autunno e inverno) tutte insieme.

L’ultimo giorno però, quello che ricorderò come il più significativo! Stranamente nonostante i 4 giorni nelle gambe ero estremamente fresco e mi sentivo pronto per spingermi oltre ed alzare l’asticella. Prima di prenotare infatti avevo visto delle foto della laguna più famosa ripresa all’alba, dovevo assolutamente vedere coi miei occhi quello spettacolo!
Dopo essere riuscito a convincere 4/5 persone ad aggregarsi con me in questa pazzia, attendo con ansia la partenza. La sveglia suona alle 3 ed inizia l’impresa: raggiungere la cima per l’alba!
La notte aveva nevicato tutto il tempo e quasi non aveva senso portarsi ai piedi della laguna, infatti molti che avevano già pianificato l’escursione alla fine decisero di rinunciare.
Partiamo con me a guidare il nostro gruppetto. La luce frontale guida i miei passi durante le ultime ore della notte, abbiamo davanti a noi un dislivello di 700 metri da salite! Finalmente usciamo dalla foresta e rimango folgorato dallo spettacolo della via lattea che in tutto il suo splendore rifulgeva nella notte. Il cielo si era rasserenato e il riflesso della luna illuminava li paesaggio lasciandomi chiaramente intendere i profili delle montagne, quasi non serviva più la luce frontale.
Ho avuto la pelle d’oca per svariati minuti ammirando questo spettacolo mai capitatomi prima!
Continuiamo a salire in mezzo alla neve fresca, non manca molto alla vetta ancora un ultimo sforzo e ci siamo. Sto già pregustando la tanto agognata laguna torre quando in un momento di sosta mi giro e alle mie spalle appare LEI, l’alba! Un rosso incandescente incastrato tra le nubi quasi a volerla bloccare. Una sorta di lotta senza quartiere per decidere chi l’avrebbe vinta.

Di fronte i tre giganti di granito stretti ed altissimi, imponenti, eleganti. Un tripudio difficile da rendere a parole. Difficile in quel momento anche decidere dove guardare. Da una parte il sole che sorge, dall’altra un altare di roccia maestoso. Tutta la fatica degli ultimi giorni finalmente ripagata da uno spettacolo degli di Oscar!

Poi pensi di aver visto ormai tutto, cioè pensi che più di così non si può, ed invece, quando cominciavo già a rilassarmi dalle emozioni di qualche minuto prima, il sole compare all’orizzonte illuminando di un giallo intensissimo le nubi che solo un attimo prima erano scure.
Nonostante il freddo insopportabile ed il vento che impetuoso alzava la neve fresca come fosse farina, resistiamo ancora per goderci in solitaria questo attimo di paradiso.
Per chi volesse seguire le avventure di Riccardo in rete può seguirlo qui:
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