Dopo un ottobre praticamente estivo, questo novembre ci ha regalato sapori antichi con tanta pioggia anche se di freddo ancora poco o nulla.
Per chiudere la stagione in attesa dell’inverno, ieri sono stato in esplorazione del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. L’idea era quella di cercare qualche location nuova per il prossimo anno e quindi ho scelto la zona di Chiusi della Verna un po’ perché abbastanza semplice da raggiungere, un po’ perché visto il meteo particolarmente incerto non volevo avventurarmi in trekking particolarmente lunghi.
Zona ricchissima di storia, ma anche tripudio di antichi foreste. Ovviamente tra sacro e profano, le leggende e le storie si intrecciano creando un background suggestivo. Tralasciando però gli aspetti storico-religiosi, dal centro di Chiusi della Verna si accede facilmente alla faggeta che decora il Monte Penna, meta di questa piccola escursione. La cima, posta a 1289 metri sul livello del mare, in pratica rimane sempre oscurata dall’enorme foresta principalmente di faggi che raggiunge fino la sommità.

La giornata di ieri non era delle migliori, vento molto sostenuto da sud nel corso della mattinata ha portato nubi compatte che poi, ahimè, mi hanno regalato una piacevole doccia a cavallo dell’ora di pranzo.
Il foliage, come avevo previsto, è un lontano ricordo. Le perturbazioni di questo mese hanno fatto piazza pulita da una certa altitudine in su. In compenso il terreno si è presentato come un’enorme tappeto multicolore sofficissimo. Un arcobaleno dai toni caldi a contrasto con il grigio metallico del cielo.
La salita verso la cima è piuttosto agevole. Una volta lasciato l’omonimo santuario, si sale con decisione lungo un’idea di crinale che corre lungo il bordo del precipizio posto sul lato nord-ovest del monte. Da qui è possibile ammirare in più punti rocce dalle forme incredibili e spesso in posizioni che lasciano intendere una certa precarietà… tra queste forse la più famosa è il “Masso di Fra’ Lupo“.

La vegetazione è veramente rigogliosa e sempre incombente. I faggi hanno raggiunto altezze ragguardevoli. Nonostante le chiome siano spoglie, il vento agita i tronchi con decisione e il rumore che se ne produce ricorda vagamente quello delle antiche barche in legno.
La vista dalla vetta del Monte Penna è importante. Lo sguardo può spaziare libero lungo la valle che si apre alle sue pendici. Un tripudio di foreste che il timido sole di oggi non riesce a valorizzare.
Proseguo lungo il crinale fino a raggiungere il versante opposta dal quale comincia una ripida discesa attraverso il bosco che porta, chiudendo il giro ad anello, nuovamente al monastero e da cui al punto di partenza.

Ahimè intorno a mezzogiorno arriva la pioggia. Dapprima portata da forti raffiche di vento, poi con decisione in un battente ticchettio che mi costringe a rientrare. Sono abbastanza soddisfatto questa breve escursione. E’ una zona questa, che nonostante la lontananza da casa, merita di essere esplorata con attenzione. Questo è quindi un arrivederci a presto!

Leave a reply