Alberi
Ben ricordo, alberi nativi,
ch’io vi sorpresi al lume di tranquille
notti, sognare, roridi di stille,
lungo le peregrine acque dei rivi.
Più tardi sorprendeste me, in estivi
giorni, povero, lacero da mille
strazi, sognar, con umide pupille,
bimbi dagli stellanti occhi giulivi.
Come volete ch’io non vi ricordi?
Esule, pure sotto il cielo natìo,
ebbi soltanto voi misericordi.
Disertato dai più diletti cuori,
alla vostra ombra ne trovai l’oblìo
e mi sentii cospargere di fiori.
Giulio Gianelli
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