Sabato scorso mi sono imbattuto camminando nel bosco in un foglietto appeso alla base di un albero.
Onestamente ho notato il foglio solo durante il ritorno della mia escursione e la prima cosa che mi ha colpito è il non averlo visto all’andata.
Come è possibile, mi sono chiesto, che non l’abbia visto?
Mi sono quindi fermato a leggere il breve messaggio che recita queste parole:
“Anche i tuoi passi fanno rumore. Fermati chiudi gli occhi per qualche istante… ascolta… sentirai solo il fruscio del vento il tuo respiro… i rumori del bosco ascolta… la felicità… l’infinito… l’universo sei tu. Felice passeggiata.“

Mi sono chiesto quale fosse il senso di un messaggio di questo tipo.
Forse che chi frequenta questa zona è particolarmente rumoroso e lo si invita invece a fare un passo indietro e lasciare spazio alla natura con i suoi rumori?
Forse un moto di condivisione di una sensazione di pace provata dall’autore nel camminare in questa zona e che ha voluto esternare con tutti noi venuti dopo?
Onestamente le motivazioni rimangono insondabili.
E se una parte come obiettare su quanto scritto, mi sono sentito profondamente urtato dall’affermazione “l’universo sei tu“.
Mi urtano tantissimo queste poche parole perchè racchiudono tutta l’arroganza di cui siamo capaci.
Mentre continuavo la discesa pensavo: “ma se io fossi l’universo, chissà cosa potrei fare…”.
Invece io, come tutti gli altri, non sono minimamente l’universo, tutt’alpiù ne faccio parte.
Questo sì.
Sono un piccolo granello di un insieme che in quanto uomo non sono minimamente in grado di concepire e sfido chiunque ad affermare di riuscirci.
Sono talmente piccolo ed insignificante che la parentesi rappresentata dalla mia vita biologica non lascerà nessuna traccia per nessuno.
Quindi mi chiedo, perchè dovrei dire “l’universo sei tu“?
Qualcuno vi prego mi aiuti e mi spieghi come interpretare diversamente questa affermazione.


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