Quesat settimana non posso non parlare dell’esperienza di bagno nel lago ghiacciato fatta ad inizio febbraio.
Se qualcuno mi avesse detto anche solo un anno fa che a febbraio 2024 avrei fatto un bagno in lago ghiacciato, sinceramente gli avrei dato del pazzo.
Poi però accade che dopo un anno di docce più o meno fredde, la settimana scorsa ho deciso di provare a fare il bagno in un lago ghiacciato.
Premetto che amo l’acqua calda, amo i confort, amo l’atmosfera calda che un fuoco trasmette, amo starmene comodamente seduto sul divano con la mia copertina.
Insomma, non sono in nessuna maniera un “extreme”.
Quindi come ci sono arrivato a fare questa cosa?
Durante l’estate del 2022 ho provato per la prima volta qualche doccia fredda. Confesso che la pratica allora non mi convinse più di tanto. Però visto il caldo estivo mi ero concesso qualche esperimento tra luglio ed agosto naufragato poi in un nulla appena arrivato settembre.
L’anno scorso ho ripreso la pratica in tarda primavera alternando docce calde e fredde, tenendo quelle calde per il lavaggio dei capelli e per tutte le altre la temperatura più fredda che riuscivo a sopportare in quel momento.
Man mano che i mesi passavano ho abituato il corpo a temperature sempre più fredde in un contesto di massima gradualità.
Arrivato l’autunno mi sono accorto che il mio già alto grado di sopportazione del freddo era aumentato.
Nulla di che, ma nel complesso qualche piccolo segnale l’ho colto.
L’idea quindi di realizzare finalmente qualche fotografia in acqua per il mio progetto Rinascita ha ripreso forza.
Ho delle idee molto precise di cosa voglio realizzare e la settimana scorsa, forte di qualche esempio recuperato in rete, ho deciso di fare una prova.
Le condizioni erano probabilmente le migliori in assoluto. Temperatura dell’aria +7 gradi. Cielo senza nuvole ed un sole che pareva quasi imbarazzante.
Insomma è scattato quel fatidico “o adesso o mai più”.
Ed eccomi qui, seduto su di una panchina a respirare profondamente per preparare un po’ il corpo, ma forse meglio dire la mente, a questa esperienza.
In fondo, ho continuato a ripetermi che nessuno mi stava obbligando e che in qualunque momento avrei potuto girare i tacchi e ritornarmene nella mia confort zone del divano.
Non nascondo che terminati i 2 minuti di orologio nei quali sono rimasto “a mollo”, la sensazione di beneficio psicologico data dall’aver affrontato questa sfida è stata assolutamente benefica.
Come ogni traguardo raggiunto lascia strascichi positivi, anche questo non è stato da meno.
Adesso la prospettiva di ripetere l’esperienza non appare più così impegnativa e questa reazione mentale mi lascia ogni volta sconcertato.
A questo punto ho ancora un paio di mesi per allenarmi prima che inizi lo scioglimento dei ghiacci in modo da essere più o meno pronto per rimanere nell’acqua più di una manciata di minuti, tempo necessario per realizzare le fotografie che ho in mente.
Leave a reply