Spesso mi ritrovo a guardare all’orizzonte in determinati orari della giornata nei quali il profilo dei monti si accavalla uno sull’altro fino a divenire indistinto. Ho sempre pensato a questo effetto prospettico e di profondità come alle quinte di un teatro. Ogni livello contribuisce a definire lo spazio di un teatro immaginario che io chiamo Teatro della Natura.
Il sole scende lentamente ed i suoi raggi bucano con prepotenza le nubi minacciose di questo temporale di fine estate che incombe sul Parco Naturale di Paneveggio e della Pale di San Martino. Un gioco di ombre e luci che si rincorrono creando un suggestivo paesaggio dai toni particolarmente drammatici così come piace a me.
Di lì a poco si scatenerà l’inferno di fulmini e acqua l’estate è quasi al termine.
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