In quell’eterno moto di rotazione di tutto e tutti, spesso ci dimentichiamo, proprio perchè siamo parte del sistema, che ci sono forze in movimento che semplicemente diamo per scontate e quindi col tempo divengono consolidate, normali, non meritevoli di attenzione.
Poi però arrivano gli “schiaffi” e ti ritrovi tra le mani un oggetto talmente impossibile da concepire che non puoi non rimanerne affascinato.
Sto parlando delle Silser Kugeln, ovvero sfere di aghi di larice che si formano praticamente solo nel lago di Sils durante la stagione autunnale grazie ad un movimento circolare provocato dai venti di risalita dalla Val Bregaglia.
Ora la domanda che mi faccio è: chi mai avrebbe potuto concepire un oggetto di questo tipo?
Onestamente nessuno.
Tengo tra le mani questo agglomerato di aghi appena preso dalle acque gelide del lago e il pensiero che faccio è che non può che essere il risultato di uno stare.
L’ago in se non è dotato di volontà, può solo stare nel luogo e nello stato in cui si trova. E’ solo grazie a forze altre, e a quello stare, che si aggrega con altro/i dando forma, grazie alla rotazione, alla perfezione della sfera.
Questo è uno di quegli “schiaffi” che, se sei sufficientemente sensibile, sei in grado di assorbire e lasciarti trasportare dalla (stra)ordinarietà di quello che ti circonda ma che semplicemente si ignora.
Ma non solo.
Questa sfera la considero un monito.
Un monito a non perdere di vista le piccole cose.
Un monito a non cercare la bellezza solo nel macro.
Un monito a non accontentarsi dell’immediato, dello scontato.
Non mi sono mai piaciuti i propositi per gli anni a venire, ma se dovessi oggi scriverne uno sulla mia Moleskine sarebbe proprio questo: prestare più attenzione al micro.
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