Ho il cuore in gola mentre risalgo un costone piuttosto ripido. In testa continua a frullarmi l’idea che in teoria dovevo essere più in forma, ma evidentemente gli stravizi invernali non sono ancora stati smaltiti. Un folto bosco di faggi, tipici dell’appennino tosco-emiliano, è in attesa della primavera. Qui la neve è appena scomparsa ed il terreno è asciutto come in un deserto, è incredibile la siccità che devasta questa zona.
I fusti slanciati ed eleganti mi portano continuamente a fermarmi per guardare verso l’alto. Quell’intrico di rami che si forma tra le chiome mi ha sempre affascinato, è come essere in una bolla al riparo dagli elementi. Una piccola casa nel bosco senza pareti ma solo con un unico grande tetto di rami.
Ho bisogno di riprendere fiato e mi sdraio a terra, sono circondato da alberi che sembrano seduti in cerchio a confabulare ed io, in mezzo, a guardare le teste là in alto. Inquadro, scatto, riposo, penso. Il vento impetuoso si sta sfogando là in alto mentre qui al suolo pare di essere in un altro mondo. Non si muove nulla.
Racimolo l’attrezzatura, rimetto lo zaino in spalla e via, faccio 10 passi e mi ritrovo al cospetto di un miracolo della natura. Un albero enorme, completamente diverso da tutti i faggi presenti belli slanciati ed affusolati. Questo è tozzo, bitorzoluto, i rami possenti si aprono a raggera come se fossero braccia tese a guidare il resto del branco. Sono esterrefatto. E’ talmente enorme che fatico a trovare un’inquadratura che gli dia giustizia.
Mi rendo conto che questo colosso segna anche il termine del costone, si intravede infatti l’altopiano che alla sue spalle degrada dolcemente. Quale posizione migliore, penso, per dominare l’intero bosco!
Provo qualche scatto, ma nessuno mi soddisfa. Mi avvicino quindi per guardare meglio; manca un ramo enorme sul lato del pendio, probabilmente una caduta dovuta alla neve in tempi passati perchè non ci sono tracce di resti. Continuo a guardare la disposizione dei rami più importanti, sembrano disposti come per accogliere e proteggere. Mi immagino una casetta su quest’albero. Il cuore rallenta, lascio vagare i pensieri mentre mi avvio sull’altopiano. Un sogno.
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© Ma.Ni. Adventure photography
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