In un’anonima camera di albergo di Innsbruck sto guardando il sole tramontare dietro i monti ancora copiosamente ricoperti di neve. Nel parcheggio sotto la mia finestra 6 Tesla stanno ricaricando le batterie, mentre dall’altro lato del parcheggio, 4 auto d’epoca sono in fase di manutenzione, probabilmente stanno partecipando a qualche gara o raduno. E’ abbastanza simpatico questo siparietto che vede il nuovo che avanza con il vecchio che arranca ma non molla.
Una bella brezza scende dalle montagne buttandosi nella vallata mentre imponenti formazioni nuvolose sfilano verso nord. Le temperature sono letteralmente esplose nell’ultima settimana e finalmente siamo passati da un’inesistente primavera ad un’estate rovente in appena 4 giorni.
E’ il Global Warming ci dicono. Ormai non si parla d’altro. L’unico altro argomento che tiene banco è il countdown oltre il quale ci dicono “sarà troppo tardi”.
A me dispiace dirlo, ma è già troppo tardi da un po’. A forza di conferenze, promesse, impegni e chi più ne ha più ne metta, gli anni sono passati molto tranquillamente senza che nessuno veramente facesse nulla.
Perché, parliamoci chiaro, non è stato fatto veramente nulla di incisivo. Diversamente non saremo qui a parlarne…
Ora appurato che ormai è troppo tardi, ora che si fa?
Aspettiamo!
Ecco, mentre aspettiamo, mi sovvengono alcuni pensieri che dopo aver visitato la mostra Anthropocene al Mast. di Bologna, continuano a frullarmi in testa.
- continuiamo a focalizzare la nostra attenzione sulla CO2 come fosse il male unico e supremo, dimenticandoci, colpevolmente o scientificamente, che vi sono tante altre forme di inquinamento altrettanto dannose e pericolose per l’uomo, per l’ambiente, per la Natura;
- stiamo continuando ad urlare ai quattro venti di Greta Thumberg, ma al lato pratica il nostro stile di vita non è cambiato di una virgola, come pensiamo che le cose possano cambiare? Da sole?
- continuiamo a fare i conti senza l’oste, ovvero: per centinaia di anni abbiamo sfruttato terre e popolazioni di determinate aree del pianete costringendole così al “terzo mondo”, oggi che alcune di esse, e domani probabilmente altre, vedono uno spiraglio di riscatto per una vita migliore pensate che si vogliano sentir dire: “Mi dispiace ragazzi ma abbiamo fatto un casino, il vostro turno sarà per la prossima volta.”;
- avete mai pensato che il nostro modello sociale/economico/finanziario sia insostenibile? Forse no perché stringete in mano un bello smartphone, il weekend vi sfondate di apericena e le vacanze le fate dove gli influencer vi vogliono belli carichi. Forse non è chiaro che senza cominciare a rinunciare a qualcosa, tutti, non cambierà praticamente nulla;
- nessuno si è mai posto la domanda “ma non siamo forse un po’ troppi su questo pianeta?” E’ una domanda brutta lo so, ma la risposta temo lo sia ancora di più. Magari potremmo anche viverci in 20 miliardi su questo pianeta, ma sicuramente non queste modalità;

Ho trovato un simpatico video dello Smithsonian Magazine che illustra per sommi capi il significato del termine Anthropocene, la cosa che subito mi ha colpito è che la presenza dell’uomo su questo pianeta si riduce ad un tempo di circa 200000 anni contro un’età della terra di circa 4,5 miliardi di anni. Ecco capite l’enormità di cosa l’uomo ha fatto e continuerà a fare?! E’ innegabile che la nostra intelligenza sia incredibile, ma siamo tanto intelligenti quanto stupidi. Evidentemente non possiamo sottrarci a questa equazione cosmica che vuole che le forze all’interno di un sistema si equilibrino….
Ma quindi che cavolo è questo Anthropocene? Beh semplicemente è la nuova era nella quale viviamo. Era che abbiamo contribuito in maniera determinante a plasmare e creare a nostra immagine e somiglianza.
Un’era nella quale l’impatto devastante della nostra opera, lascerà un segno indelebile su questo pianeta.
Anthropocene
Welcome to the new ERA!
Sfortunatamente il tempo di riflettere ormai è terminato. Il tempo di agire difficilmente si farà vivo. Attendiamo… Attendiamo che un evento esterno ponga rimedio ai casini che abbiamo fatto, ma ricordate sempre che gli eventi esterni per loro natura spesso non piacciono in primis perché vengono imposti che lo vogliate o no.
Meditate gente, meditate. Nel frattempo andate al Mast. e date un occhio alla mostra, che tra l’altro è gratis, visitabile fino al 22 settembre 2019.
Approfondimenti
- The Anthropocene Project
- Anthropocene su Wikipedia
- Nicholas de Pencier
- Edward Burtynsky
- Jennifer Baichwal
- Mercury Films Inc.
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