Qualche giorno fa mi sono incamminato lungo un sentiero che si perdeva nel bosco. C’era un bel silenzio. Quel silenzio tipico dell’autunno quando ormai tutti i rami sono spogli e si attende solo che cada la neve a ricoprire tutto.
Il sentiero non era particolarmente impervio così ho avuto modo di concentrarmi su altro che la fatica delle salita.
Ho pensato, è parecchio tempo in verità che mi attardo su questi pensieri, ai motivi che mi spingono ad andare per boschi e monti per lo più in solitaria.
Non ho ancora trovato delle risposte a queste domande, ma ho trovato una piccola luce, una candela, ad illuminare un singolo pensiero.
Mi sono reso conto che per poter aver rispetto della Natura è necessario avere prima rispetto per se stessi.
Suona piuttosto pomposa questa affermazione, ma se ci pensiamo bene ha un fondo di verità.

Avere rispetto di se stessi significa tra gli altri riconoscere i propri bisogni le proprie esigenze. Non parlo di necessità materiali, ma parlo di quella sfera composta di emozioni, sensazioni, pensieri che ogni essere senziente matura e conserva dentro di se nel corso della propria vita.
Riconoscere le proprie esigenze è il presupposto per instaurare un dialogo, una relazione con la Natura.
Mi sono interrogato a lungo cercando di capire cosa sento quando sono nella Natura. Non sono ancora riuscito a dipanare l’intrico di sensazioni ed emozioni che affiorano in Natura. Una cosa però sono stato in grado di riconoscerla, è un comune denominatore di ogni mia esperienza: l’umiltà.
Umiltà, rispetto. Sono termini che evocano due azioni che reputo indispensabili per poter godere di questa relazione con la Natura ovvero il silenzio e l’ascolto. Senza umiltà difficilmente si avrà l’ardire di porgere il proprio orecchio per ascoltare quanto è nell’aria. Senza il silenzio è impossibile assorbire quanto di benefico la Natura elargisce senza contropartite a nostro favore.
E’ una catena di causa/effetto che la società di cui facciamo parte ha fratturato in maniera profonda sostituendola con una tecnologia che se da un lato facilita la nostra vita, dall’altro ci resi avulsi da una realtà che ci circonda rendendoci estranei a casa nostra.
Questo è il pensiero che mi accompagna quando indosso gli scarponi e zaino in spalla mi incammino lungo un sentiero che non so dove mi porterà ma che so mi farà stare bene.
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