Sei mai stato al Nord? Ne hai mai sentito il profumo o visto la luce di quelle latitudini?
Ieri sera ho guardato il film/documentario con protagonista Paolo Cognetti, appunto Sogni di grande nord, che racconta di un viaggio fatto in compagnia dell’amico Nicola Magrin lungo la costa ovest del Canada prima e Alaska poi, per terminare all’iconica meta rappresentata dall’autobus di Chris McCandless.
Sogni di grande nord è un viaggio prima di tutto dentro se stessi, nella solitudine che ogni uomo che ha visto il nord e ne è rimasto folgorato, porta in serbo dentro se stesso.
E’ un viaggio dentro un mondo che noi europei abbiamo dimenticato da tempo.
E’ un viaggio dentro uno spazio che non esiste più.
Leggo Cognetti dai tempi di “New York è una finestra senza tende“, di strada ne ha fatta tanta ma non conoscevo questa sua passione/ossessione per McCandless. Mi ha fatto riflettere questa sua venerazione, non so se per quello che è stato o per quello che è riuscito a fare.
Sentirne parlare in maniera così intima, rivolgendosi a se stesso, mi ha fatto pensare a me.
Io non ho nessuna venerazione per chicchessia, non farei mai un viaggio di quel tipo con in mente quella destinazione. Mi sentirei defraudato di parte dell’esperienza, come se fosse vissuta sotto l’ombra di qualcuno di più grande.
Qualcuno che ce l’ha fatta.
Io non sono così e non invidio minimamente Cognetti su questo fatto.
Di contro ho ritrovato tutta la poesia di Paolo. Una poesia che condivido nei contenuti e nei termini. Ho ritrovato la pacatezza esteriore unita al tumulto interiore che in Cognetti traspare in maniera così limpida da poterla quasi toccare con mano.
Cerco di indagare quegli sguardi persi nel vuoto che conosco tanto bene. Mi pare di vedervi scorrere un film già visto.
Ripercorro strade che si sono impresse nella mia mente tanti anni fa scavando un solco che è impossibile appianare.
Conservo gelosamente quel pacchetto di emozioni e ricordi che mi rendo conto, a differenza di Cognetti, di non essere in grado di condividere per la mia incapacità di mettere nero su bianco questa parte così intima di me stesso.
I sogni di grande nord sono sempre sulla scrivania. Una mappa, una foto, un sogno.
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