Ci propinano continuamente la filosofia del Less is more come se fosse un mantra salvifico dei tempi moderni.
La verità è che nessuno vuole less, tutti vogliono more.
Siamo stati cresciuti ed educati per volere il more. Il less con calma lo lasciamo al nostro vicino.

Nel documentario dello sceneggiatore Tom Dauer, si affronta proprio questo tema con un’attenzione particolare rivolta all’ambiente alpino.
Le Alpi, come tanti altri luoghi su questo pianeta, sono particolarmente fragili, o almeno ci è sempre stato propinato questo. Diciamo che le terre alte in generale sono maggiormente esposte a determinate situazioni.
Attraverso quattro protagonisti molto diversi tra loro, riceviamo un unico messaggio: less is more.
Personalmente non potrei essere più d’accordo.
Ma ahimè già diverse volte ho avuto modo di affrontare l’argomento del “consumo” della montagna e non ho mai intravisto spiragli che mi facessero guardare con ottimismo al futuro.
E’ evidente che c’è una buona parte di chi vive di montagna che ha capito che l’attuale modello di fruizione non può portare benefici al territorio ed alle comunità.
Trovare una mediazione tra le aspettative di chi vive il territorio quotidianamente e chi invece lo frequenta saltuariamente è quanto mai difficile.
I tempi sono urgenti e le cose andavano fatte e cambiate ieri non domani.
Ma se si vuole anche solo tentare allora è giusto parlarne, è giusto diffondere un’idea diversa di vivere e frequentare la montagna.
Dal mio punto di vista due sono i temi che vedo come prioritari:
- fare una cultura diversa della montagna
- cambiare l’offerta turistica della montagna
Alps – To go ci porta a riflettere sulla precarietà dell’ambiente alpino tutto.
Penso che se si vuole veramente mettere in pratica la filosofia del less is more, allora bisogna cominciare fin da subito ad insegnare a chi frequenta la montagna, che esiste un mondo intero al di là di quei luoghi iper inflazionati nei quali tutti vogliono andare.
Insegnare che non c’è un solo modo per frequentare la montagna.
Insegnare che la montagna non è la città e chi abita la montagna non è nostro vicino di casa.
I valori su cui non si può prescindere devono essere il rispetto, l’umiltà e l’ascolto.
Se sempre più persone vogliono trarre beneficio dalle Alpi facendone in qualche modo uso, l’unico modo per mantenere l’equilibrio e tutelare questo spazio vitale è far sì che ognuno di noi ne consumi un po’ meno! I quattro protagonisti del documentario ALPS-TO GO!? invitano il pubblico a partire per un viaggio all’insegna della moderazione, della rinuncia e dell’arricchimento interiore.
Sarebbe fantastico se ai luoghi oggettivamente splendidi che oggi risultano invivibili, il turista imparasse ad esplorare quelli che io chiamo luoghi di serie B.
L’arricchimento che l’intera società ne riceverebbe sarebbe impagabile.
Vorrei credere che tutte queste parole siamo di buon auspicio per il futuro delle Alpi, ma temo invece che si perderanno sommerse dal brusio delle cavallette che assediano il fortino.
Chiudo con una citazione dal libro “Il deserto dei Tartari” di Dino Buzzati:
“Non serve aggrapparsi alle pietre, resistere in cima a qualche scoglio, le dita stanche si aprono, le braccia si afflosciano inerti, si è trascinati ancora nel fiume, che pare lento ma non si ferma mai.”
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