L’inverno è finalmente iniziato ed è necessario riprendere confidenza con la neve e con il ghiaccio. Aspetti indispensabili per affrontare al meglio la fotografia di paesaggio in inverno in montagna.
Lo scorso weekend mi sono quindi avventurato su un sentiero che ormai conosco come le mie tasche proprio per riprendere quella confidenza non solo con la neve, ma anche con le complicazioni che la stagione invernale porta inevitabilmente con se.
Con oltre 40 centimetri di neve fresca le prime questioni con cui fare i conti sono necessariamente il vestiario e le ciaspole.
Per quanto necessarie, le ciaspole impongono una camminata poco naturale oltre a richiedere particolari attenzioni durante le soste per evitare di ritrovarsi avvinghiati con una ciaspola sopra l’altra.
Il vestiario invernale per quanto comodo dal punto di vista termico risulta però ingombrante e d’impaccio soprattutto durante gli spostamenti.

Riprendere quindi confidenza con l’elemento neve e l’elemento freddo è indispensabile per rinfrescare quelle manovre e quella sintonia necessaria per concentrarsi sulla fotografia e non farsi distrarre dalle seppur importanti questioni legate alla logistica.
Ho scelto quindi di tornare al Passo della Croce Arcana, luogo piuttosto semplice da raggiungere, ma che offre svariate possibilità sia in termini di terreno da affrontare che di soggetti da fotografare.
Per chi non conoscesse questo luogo, si tratta di un passo situato tra l’Emilia Romagna e la Toscana, in particolare tra le province di Modena e Pistoia. Luogo dalla storia antichissima che ruota proprio intorno alla sua posizione strategica come via di comunicazione tra il nord d’Italia e le regioni centrali.
La salita, che inizia nei pressi di Capanno Tassoni (1371 mt.), dapprima si svolge all’interno di un bellissimo bosco di faggio alternato a macchie di abeti. Bosco che si sviluppa fino intorno ai 1600 metri di altitudine, oltre questo limite la vegetazione si trasforma in un qualche boschetto di pino mugo e distese di mirtilli.
I forti venti che spirano sia da sud che da nord impediscono la crescita di qualunque tipo di arbusto.
Ad oggi il record registrato lo scorso novembre è di 270 km/h! E’ possibile leggere un resoconto a questo link.
Oltre il bosco si procede quindi in campo aperto fino a raggiungere il crinale la storia croce che demarca il passo.
Da qui si ha accesso verso est al Monte Spigolino, al lago Scaffaiolo e proseguendo in territorio bolognese al Corno alle Scale. Ad ovest invece abbiamo nel mirino il Monte Cimone e lungo il crinale una serie di cime tra cui mi piace ricordare Cima Tauffi, Monte Lancino e Libro Aperto.

Il bosco si presenta quasi intonso nonostante siano evidenti i passaggi del giorno precedente di numerosi sciatori.
Lascio il parcheggio che il sole non è ancora sorto proprio per garantirmi la tranquillità di muovermi in solitudine e di potermi godere quel momento magico nel quale il sole sbuca all’orizzonte ed entra nel bosco.
Reputo questo uno dei momenti migliori, soprattutto con il suolo innevato, per fotografare il bosco.
Il motivo è essenzialmente da imputare all’incidenza dei raggi solari che permettono di avere una luce morbida anche se decisa ed ombre lunghissime ad esempio dei tronchi.
In questo luogo in particolare la disposizione del bosco rispetto al pendio ed all’arco del sole è particolarmente favorevole.
Personalmente amo molto questa situazione perché permette di esprimere la propria creatività al meglio sfruttando direttamente ed indirettamente la combinazione alberi-ombre lunghe.
Nonostante sia stato qui appena due settimane fa, scatto diverse fotografie sia in controluce che a favore ottenendo alcuni scatti di cui sono particolarmente soddisfatto.
Usciti dal bosco la situazione cambia radicalmente.
Mi ritrovo in un universo bianco battuto dal vento. Più salgo e più lo strato di neve si assottiglia dando risalto alla tipiche formazioni nevose modellate dal vento.

Il freddo è molto intenso, ma per fortuna si sale con facilità nonostante la neve ghiacciata.
Giunto al passo, come spesso accade, la neve è un esile strato di ghiaccio. Il passo è spazzato da un vento freddo incessante.
Onestamente da qui ci sono poche cose da fotografare, soprattutto oggi che la luce è un total white senza ombre di difficile gestione.
Scatto qualche fotografia alla croce ricoperta di ghiaccio e in breve mi incammino lungo la discesa.


Ho un paio di amici alberi che voglio tornare a visitare prima di immergermi nuovamente nel bosco.
Mi piace sottolineare come in questa situazione scendere immediatamente sia interessante in quanto le ore necessarie a salire e a scendere permettono di avere condizioni di luce all’interno del bosco completamente differenti.
Riesco quindi a scattare un’altra serie di fotografie degne di nota. Alcune piuttosto astratte ma è proprio questo il bello. Riuscire a mantenere lo sguardo curioso ed attento anche in situazioni sulla carta scontate.


La giornata fotografica termica poco prima delle 14.
Questa prima uscita sulla neve è stata particolarmente soddisfacente. Diversi scatti degni di nota e nessun problema fisico nonostante il periodo non sia dei migliori.
Nella fotografia di paesaggio in inverno è importante programmare i tempi perché le giornate particolarmente corte non permettono troppe variazioni sul tema e quando si parte la mattina è bene avere chiari gli obiettivi principali ed eventualmente un paio di alternative nel caso sia necessario.
Oggi il tempo era particolarmente favorevole anche se poco “interessante” dal punto di vista fotografico, e le cose si sono svolte secondo i piani, ma non sempre va come previsto ed è bene essere preparati.
Il prossimo weekend è dietro l’angolo…
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