Shinrin-yoku ovvero bagno nella foresta o meglio una pratica per trarre giovamento dall’ambiente della foresta.
Scopro oggi questo termine che tra l’altro è piuttosto giovane, viene infatti coniato in Giappone nel 1982 come risposta ad un malessere generale figlio del boom tecnologico e dei conseguenti effetti negativi sulla popolazione delle città.
Lo shinrin-yoku altro non è che un’immersione nella foresta con l’unico scopo di lasciarsi permeare dall’ambiente circostante.
Nessun requisito o obbligo particolare se non lasciarsi ogni appendice digitale alle spalle e concedersi il semplice lusso di ascoltare e vivere la foresta.
Non è nemmeno necessario imbarcarsi in trekking epici, no basta esserci. Basta fare esperienza vera e tattile dell’ambiente circostante.
Se nel 2022 camminare ormai è un vero e proprio atto sovversivo, mi chiedo come catalogare lo shinrin-yoku.
Ma per praticare lo shinrin-yoku si deve andare in un luogo particolare?
Sì e no. Serve ovviamente un bosco o una foresta quindi difficile che nelle aree urbane si trovi una situazione adatta a questo tipo di pratica.
Al giorno d’oggi però non è così scontato trovare un luogo adatto. Sempre più persone scelgono la natura come destinazione delle proprie attività ricreative e ricavarsi uno spazio nel quale la presenza di altri non sia d’impaccio diventa sempre più difficile.
La prima considerazione che mi sorge spontanea è quella di recarsi in un luogo poco blasonato, questo riduce sicuramente la probabilità di “scontrarsi” con gli altri.
La seconda è che se non possiamo assecondare la prima, allora dobbiamo prendere in considerazione l’idea di uscire dai circuiti tradizionali ovvero lasciarci alle spalle strade e sentieri, e addentrarci nella foresta lasciandoci ispirare da quello che ci ha da offrire.
Detto ciò, al netto di tutte le scelte sconsiderate operate negli ultimi 2 anni dai chi ci governa, la frequentazione della natura è il primo tassello per alimentare la propria salute, psichica e fisica.
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