Sono appena rientrato da una 3 giorni di workshop in Valle Antrona dedicata interamente alla fotografia in grande formato e voglio mettere nero su bianco le prime impressioni a caldo di questa esperienza.
Ritengo che la domanda prima a cui bisogna rispondere sia: qual’è la destinazione finale di uno scatto (non necessariamente in grande formato)?
La risposta per quanto semplice e banale oggi è tutto che scontata ovvero: la stampa!
Partendo da questo assunto, l’esperienza del grande formato mi ha fatto riflettere sul “come” scattare una fotografia.
Ho capito fin da subito che il risultato finale passa inevitabilmente dalla sorgente che in questo caso è rappresentata dal negativo.
A questo punto la riflessione cade obbligatoriamente sulla domanda: ma come faccio ad ottenere quello che ho in mente e che mi riesce così facile con il digitale?
La risposta è che servono informazioni che, nel caso della pellicola, sono rappresentate dalla scala tonale che lo sviluppo rivela a fronte dell’esposizione.
Questo va oltre il tema della fotografia in grande formato ed abbraccia uno spettro ben più ampio della fotografia in generale.
Ecco quindi che l’atto di attivare l’otturatore diventa veramente l’ultima azione di un processo a volte elaborato e mai scontato.

Credo che quello che più di tutto mi porto a casa dalle lezioni tenute da Urs Bernhard, Giulio Speranza ed Eugenio Corsetti, sia proprio questa necessità analizzare, scomporre, destrutturare l’inquadratura in modo da poter elaborare una decisione in termini di composizione ed esposizione.
Ritengo che la consapevolezza dei pensieri e delle azioni che si intraprendono sia indispensabile non solo per una buona riuscita dei propri scatti, ma anche per affinare e consolidare la propria visione ed il proprio timbro.
Dopo le esperienze in solitaria del mese passato, oggi posso dire di aver maturato una maggior consapevolezza rispetto al “fare fotografia”.
Non so ancora se la fotografia in grande formato farà parte della mia fotografia, ma in fondo poco importa, quel che conta è come si arriva a premere con fatidico bottone.

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