Alcune oasi resistono strenuamente all’attacco dell’uomo. Sono enclave assediate da ogni dove nelle quali a stento si sopravvive.
“Nessuna foglia cade
nel silenzio della notte
ascolto la nebbia”
In un’apocalisse giornaliera che distilla il suo veleno per ogni essere vivendo minuto per minuto, queste oasi sono un patrimonio sempre più raro tanto più che oramai è quasi impossibile goderne appieno per il numero sempre maggiore di esemplari umani che le guardano sorpresi come si guarda un alieno che per la prima volta si presenta alla nostra porta tanto sono avulso da quel che resta della Natura.
Ho scelto quindi di assediare io stesso questa oasi di notte. Con il freddo e l’umido che solo una giornata di pioggia di dicembre sa regalare in questa terra pregna di veleno.

Faccio uno sforzo per estraniarmi da questo luogo cittadino per immergermi in quello stato di trans tipico di chi è cosciente della fortuna che ha nel vivere il momento. Mi aggiro con calma intorno al lago nel quale questi due Esseri da tempo immemore si specchiano continuamente. Negli ultimi anni hanno subito menomazioni importanti e la loro forma armoniosa ne ha subito irrimediabilmente.
Del resto la quercia secolare che faceva da guardiano al parco, ormai ci ha lasciato. Il tempo scorre inesorabile come la linfa che risale dai tronchi. Anche le anatre, che mi guardano con sospetto, sembrano pensare la stessa cosa. Alcune a mollo nel lago, altre a zonzo tra le migliaia di foglie che ricoprono il prato.

La statale a solo pochi metri pare un lontano e remoto serpente silenzioso. La nebbia si aggira sinuosa tra i cespugli. Il cielo va aprendosi e qualche diamante si fa largo attraverso questo inquinamento luminoso pazzesco.
Sono un privilegiato.
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[…] l’Oasi del Colombarone non è il parco di Villa Gandini e qui, dei ginkgo biloba secolari non ce né nemmeno l’ombra. Un peccato perché per quanto il parco di Villa Gandini sia un […]