Sì è proprio il caso di dirlo, quest’anno l’autunno è decisamente diverso dal solito, non certo per gli aspetti meteorologici, ma come è ovvio, per tutto quello che ruota intorno a questa situazione sanitaria per lo minimo confusa.
Come in anni ormai dimenticati, il cambio di stagione quest’anno è arrivato in orario e deciso. Due weekend di piogge e vento hanno definitivamente rimescolato l’aria della Pianura Padana.
Finalmente, dopo diversi tentativi ed un numero imprecisato di anni, sono riuscito a salire sulla vetta del Monte Giovo. Con questa salita ho terminato le vette che decorano la valle delle Tagliole a cui sono particolarmente legato.
Ho percorso la totalità del crinale che va dal Colle della Bruciata fino alla vetta del Monte Rondinaio Lombardo in tutte le stagioni e con le condizioni meteo più disparate. Nel cuore rimangono sicuramente la mia prima invernale al Rondinaio Lombardo e le innumerevoli visite al Lago Baccio ed al suo catino di origine glaciale.

Ma autunno è anche e sopratutto il momento dei colori. I boschi di faggio tipici dell’appennino emiliano-romagnalo si vestono a festa regalando sempre emozioni forti a chi sa cogliere la loro essenza dal sapore antico.
Le ripetute piogge di settembre hanno gonfiato i torrenti e finalmente quest’anno è possibile ammirare la potenza delle cascate immerse nei colori caldi di questa splendida stagione.

L’esplorazione dei boschi richiede tanto tempo e tante energie. Spesso per poter raccontare al meglio un luogo è necessario inerpicarsi lungo pendii fortemente scoscesi oppure sono necessarie diverse ore di cammino per raggiungere punti di ripresa nuovi e non scontati.
Fa parte del gioco, fa parte della fotografia di paesaggio.
Fa parte della vita del fotografo che vuole raccontare la Natura secondo il proprio sentire.

Ma autunno è sopratutto cambio di stagione e capita a volte di ritrovarsi in una di quelle giornate nelle quali il vento cambia direzione e in un attimo spazza via il sole portando nubi cariche di pioggia.
La bellezza del sole e dei colori viene soppiantata dalla bellezza primitiva degli elementi atmosferici.

Venti impetuosi spazzano le cime dei monti spazzolando le chiome dei faggi. Sono giornate fantastiche quelle in cui la luce va e viene. Nel giro di pochi minuti si passa dal rilassante e tiepido sole autunnale al freddo pungente di un vento che profuma già di inverno.
E’ inebriante poter vivere e sentire queste sensazioni a contatto con una Natura libera di esprimersi senza vincoli di sorta.
E’ allo stesso tempo terrificante la consapevolezza di quanto siamo insignificanti all’interno di questo scenario che è il pianeta Terra.


E’ innegabile come questi momenti vissuti in totale libertà ed abbandono all’ambiente siano impagabili.
Le ombre scure che all’orizzonte si stendono ogni giorno di più verso un’evoluzione sanitaria che nessuno è oggi in grado di prevedere, rendono queste uscite preziose oltre l’immaginabile.
Oggi non riusciamo a spingerci oltre la settimana per programmare ulteriori uscite, si vive alla giornata.
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