L’altro giorno ho aperto l’armadio per prendere una camicia e ci ho trovato un albero.
Un albero vero.
Tronco, rami, foglie e radici. C’era tutto.
Perfino il nido di qualche passero a decorare l’incavo tra due rami.
Che emozione.
Mi sono allontanato un pochino dall’armadio per poterlo vedere meglio.
Gli occhi hanno inseguito il tronco dal basso verso l’alto. Una traccia che è sempre quella ma che è sempre diversa nella sua costanza.
Un tronco, i rami, le foglie.
Ho preso coraggio e sono entrato nell’armadio e con riverenza ho cominciato ad arrampicarmi lungo il tronco.
Mi sono ritrovato a volare in cielo, al sicuro di un rame robusto ho portato la mano alla fronte ed ho scrutato l’orizzonte.
Ombre fosche si addensano là in fondo, ma qui il tepore è confortevole.
Guardo con cupidigia il nido che da basso avevo scorto e che ora posso vedere chiaramente.
Un’alcova asciutta con vista sull’infinito.
Che lusso.

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