Dopo due anni di assenza nel weekend sono tornato alle cascate del Dardagna.
Non avevo molto aspettative. Un po’ per via della stanchezza accumulata nell’ultimo periodo, un po’ perché ultimamente le motivazioni latitano.
Poca neve, un po’ di ghiaccio fastidioso lungo i sentieri per il resto praticamente nulla, salvo gli anfratti esposti a nord e bagnati da piccoli corsi d’acqua.
Le cascate sono sempre quelle, in fondo non possono cambiare né in due anni né in una vita intera.
Scatto le solite foto di rito, mi aggiro con fare curioso tra i massi ben lontano dalla cascata principale.
E’ qui che si vede la voglia di fare una certa fotografia. La voglia di andare oltre all’evidente, allo scontato.
Nascosto da alcuni massi trovo un rimasuglio di ghiaccio aggrappato ad una roccia e circondato da un bel flusso di acqua.
Intuisco subito che ha grandi potenzialità e cerco di capire quale sia l’angolatura migliore per renderlo al meglio. Dopo un paio di scatti privi di verve, mi sposto e realizzo che ci siamo.

La staticità del masso e del ghiaccio contro la fluidità dell’acqua, ecco cosa cerco, ecco cosa ho fotografato.
Questa per me è la foto di oggi, è la foto per cui è valsa la pena alzarsi all’alba, farsi quasi 2 ore di macchina e prendersi la giusta dose di freddo.
Rimango dell’idea che ogni luogo, per quanto conosciuto, abbia sempre qualcosa da dire nella misura in cui si è in grado di rinnovare il modo in cui lo guardiamo
Le cascate del Dardagna inverno per quanto belle non sono solo le cascate in se.
Per poter raccontare un luogo con la propria voce, la propria sensibilità, la propria visione, è necessario concedersi lo spazio appropriato per esprimersi e per inseguire quello che la propria vista ci propone.
Curiosando sul versante poco battuto a fianco delle cascate intravedo una delle poche formazioni di ghiaccio che hanno resistito alle temperature indegne di questo inverno. Poco importa che si trovi fuori dalla portata delle cascate, intravedo delle potenzialità.
Inseguire la propria visione è anche questo, è andare a vedere un’intuizione.
Significa mettersi in gioco e correre il rischio ad esempio di fare fatica per nulla. Il gioco è però questo, sta a te giocare.

Ecco che si manifesta quindi una fotografia dal mio punto di vista importante, con elementi a cui do determinati valori.
Una fotografia che nulla riconduce al luogo in cui mi trovo ma che mi emoziona, mi stimola.
Un luogo è solo un punto di partenza

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