Un paio di settimane fa ho avuto la fortuna di assistere ad uno di quei tramonti incredibilmente colorati da sembrare quasi finti. Un tripudio di colori che solo grazie ad una serie di nuvole nel posto giusto ha reso quei 20 minuti indimenticabili.
Con negli occhi ancora quelle emozioni, sabato scorso ho fatto due passi dietro casa per quella che è la mia micro adventure preferita, ovvero una passeggiata nella riserva naturale delle Salse di Nirano.
Più volte ho raccontato di come questo luogo a pochi chilometri da casa permetta di evadere dalla cacofonia del quotidiano farcita di asfalto, rumori ed inquinamento.
Nonostante non fossi particolarmente ben disposto di salute, mi sono nuovamente incamminato per le antiche vie che raccontano un appennino ricco di storia. Storia non solo di noi uomini ma anche storia di una Natura che in questa zona sta modificando il paesaggio in maniera irreversibile anno dopo anno.
Il paesaggio ahimè è desolante nonostante la stagione chiami freddo e neve, questo, come tanti altri anni, tarda a portare quella coperta bianca tanto benevola nell’economia delle quattro stagioni. Il terreno è completamente secco, non voglio dire arido sarebbe veramente esagerato, ma da oltre un mese non cade una goccia di pioggia e gli effetti di questa siccità invernale si notano eccome.

Percorro una piccola stradina nel bosco che dopo i venti impetuosi dell’autunno è completamente ricoperta da una manto secco di foglie di quercia e faggio. I cespugli, sopratutto quelli esposti a sud, mostrano evidenti segni di risveglio vegetativo. Lasciando scorrere lo sguardo lungo i calanchi e le colline circostanti si ha la netta sensazione di soffocare nel secco.
Ma tantè che oggi sono qui, risalgo una breve ma ripida salita per raggiungere uno dei punti panoramici che prediligo. Il sole sta velocemente concludendo la sua parabola avvicinandosi a vista d’occhio al profilo dei monti.
Appoggio lo zaino, mi siedo sull’erba, e lascio che gli ultimi raggi del sole mi scaldino il viso.
Speravo in un tramonto emozionante, invece la nuvole, che solo fino ad un’ora va disegnavano una coreografia perfetta, si sono dissolte quasi completamente. Oggi non sa da fare.

Non rimane che godersi questo momento di pace, lontano dalla civiltà, cercando di lasciare andare i pensieri. Ripercorro i crinali e le vallette che raccontano questo deserto invernale, un deserto arido e vuoto, preludio di un’ecatombe paesaggistica e ambientale.
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