Oggi entriamo nella primavera meteorologica anche se forse sarebbe meglio dire che ci siamo dentro da settimane.
Moltissimi alberi, anche da frutta, hanno già gemmato.
Diversi alberi anche in collina sono in piena fioritura.
L’eccezionalità è ormai la nuova normalità.
Un tempo si diceva che non fosse possibile vivere sempre in emergenza.
Forse ci si sbagliava.

Questo inverno ormai alle spalle è stato, come tanti altri precedenti, uno dei peggiori che ricordi in termini di freddo e pioggia.
La qualità dell’aria, con buona pace delle ridicole azioni messe in campo dalle varie amministrazioni comunali, è stata, ed è tutt’ora, terribilmente nauseabonda.
Il nuovo corso dato dalla transizione ecologica tanto sbandierata altro non è che una voce nel dizionario destinata a rimanere un semplice esercizio di stile.
Le prospettive per il nostro futuro non sono per nulla buone.
L’unico rammarico che mi tormenta è che non potrò essere qui per vedere quando tutte le promesse e gli impegni sbandierati a quattro venti dei governanti si manifesteranno nella più logica delle conseguenze ovvero la nostra dipartita.
Sono veramente stanco di tutta questa ipocrisia.
Preferirei di gran lunga che ci guardassimo in faccia e ci dicessimo: gente, vivere così ci piace, le comodità e gli agi ci fanno stare bene, avere la pancia piena 24h è bellissimo, ecc. per arrivare ad ammettere che sì, tutto questo ha un prezzo e che sì siamo disposti a pagarlo, costi quel che costi.
Aspetto quindi alla finestra per vedere cosa questa primavera mi riserverà.
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