Nubi basse, terreno umido, ultime gocce di rugiada sui fili d’erba.
Respiro a pieni polmoni l’umore del bosco mentre ci addentriamo su terreni sconosciuti.
Sono due anni che ho in mente questo percorso, solo oggi, finalmente, riusciamo a percorrerlo.
Il ricordo dei malesseri di sabato scorso è ancora vivo. Ascolto il mio corpo, ascolto il mio cuore. Le gambe vorrebbero spingere su per il bosco tra la maestosità di questi tronchi che arrivano a toccare il cielo.
Una enorme cupola verde ci sovrasta, un total green che solo a maggio è possibile vedere. Ci immergiamo in questo microcosmo nella solitudine più completa.
Oggi è una di quei giorni monotematici. L’argomento odierno è l’acqua.
Al silenzio imponente del bosco si contrappone il vociare del ruscello che ci accompagna, non lo vediamo, ma se cogliamo la voce là in fondo alla scarpata.
Oggi finalmente ritrovo una simbiosi che mi mancava dal novembre scorso.
Non sono emozionato, non sono contento, sono semplicemente me stesso. Mi guardo intorno ed ammiro un bosco che, sì mi lascia qualcosa. E’ un bosco veramente importante. Probabilmente tra qualche settimana qui regnerà la penombra che solo nel folto di una foresta fitta di alberi si può vedere.
Oggi che le foglie sono ancora giovani e fresche la luce penetra diffondendosi proprio tra le foglie. Un unicum verde indescrivibile.

Giungiamo alla prima cascata e non posso che sorridere vedendo il “solito” tronco piantato alla base. Sembra quasi un comune denominatore di ogni cascata quello di conservare a coreografia qualche tronco. Come se non bastasse la bellezza intrinseca di un salto d’acqua nel vuoto.
Conto tutte le volte che negli ultimi anni ho assistito ad una scena più o meno identica. Sorrido dentro di me.
Mi sovviene il libro scritto dal padre di Alberto, Giancarlo, che si intitola “C’è sempre per ognuno una montagna” e non posso non trovare questa similitudine tra cascata e tronco. Ecco come è nato il titolo di questo post. Contaminazioni è la parola d’ordine sempre valida.


Una giornata veramente epocale che si conclude con quasi 16km di percorso per oltre otto ore di attività.
Cinque cascate, milioni di alberi, miliardi di foglie.
I numeri non contano, conta solo l’esperienza e questa non la si può inquadrare in un numero o in una funzione matematica. Ognuno assorbe e porta a casa quello che il suo corpo, la sua mente ed il suo cuore sono in grado di percepire.



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