Il cammino è la mèta.
Il cammino crea visioni.
Il cammino crea paesaggi.
Il cammino crea prospettive.
Camminare, ovvero muoversi, è quanto di più rivoluzionario si possa intraprendere al giorno d’oggi.
Perchè camminare ci impone prima di tutto di guardare, ed attraverso lo sguardo abbiamo modo di formare un nostro pensiero, una nostra opinione, una nostra prospettiva.
Camminare ci rende quindi unici ed indipendenti.
Il cammino mi sta portando ad indagare su chi sono ed in questo percorso, a volte comodo altre volte più accidentato, sto pian piano riscoprendo una parte di me stesso di cui sono stato privato contro la mia volontà.
L’espressione corretta sarebbe: “sono stato defraudato della capacità di relazionarmi, e quindi di interagire, con l’ambiente e la Natura“.



Qualche mese fa ho scoperto questo luogo a mio parere molto affascinante e, per il momento, poco battuto.
La ricerca di come raggiungerlo non è stata semplice, ma dopo un sopralluogo fatto in primavera, finalmente sono riuscito ad organizzare una sessione fotografica per inizio dicembre nella tranquillità di una giornata infrasettimanale.


L’opportunità di vivere anche solo un’ora a contatto con l’estrema sensazione di fragilità che il nostro corpo ha intrinseca, non ha prezzo. Una fragilità che oggi non vogliamo più vedere nè accettare.
Una fragilità che, anche un’azione banale come camminare a piedi nudi, emerge prorompente.
Come più volte ho detto, questo cammino è prima di tutto un’esperienza di accrescimento personale.
E’ un cammino di consapevolezza
E’ un cammino di accettazione
E’ un cammino di scoperta
Ognuno di noi è libero di intraprendere il proprio percorso come meglio crede, io ho trovato nella fotografia, in questo tipo di fotografia, un modo per vivere quelle emozioni di cui ho scoperto averne una necessità impellente.
Essere veramente a tu per tu con l’ambiente che ci circonda, ci ricolloca al giusto posto nell’ordine delle cose della Natura.
Sta a noi riscoprire noi stessi.
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