Sono cresciuto con la convinzione e la percezione che la vita fosse un precetto sacro e come tale andasse preservato ad ogni costo.
Prima i genitori, poi la religione, poi la società. C’era sempre un regista al quale dover fare riferimento per vivere.
Col tempo, e con le esperienze, ho imparato che la vita è sacra solo perché noi abbiamo deciso così e non per un dettame divino o qualche altra regola universale piovuta dal cielo.
La vita però pare sia sacra solo per l’essere umano, per tutto il resto è sempre e comunque in funzione di noi.
Questa, nonostante la mia difficoltà a relazionarmi con gli animali, ho capito col tempo essere una grande panzana.
Se la vita è sacra è sacra a prescindere. Diversamente non lo è.
Propendo più per la seconda opzione.
La vita non è sacra.
Non c’è niente di sacro nella nostre vite.
Se necessitiamo di un sacro qualsiasi allora nella nostra vita manca qualcosa.
Negli ultimi anni, in particolare da quando ho iniziato il progetto fotografico Rinascita, ho imparato sul mio corpo che noi, come qualunque altro animale su questo pianeta, siamo fragili.
La fragilità è intrinseca in noi stessi.
Gli eventi degli ultimi due anni ne sono una dimostrazione.
La nostra incapacità di relazionarci con l’ambiente e lo stato ormai consolidato di distacco da esso, ci ha portato a crederci animali eletti, al di sopra di tutto o quasi, dimenticandoci che questa classificazione siamo stati noi stessi a darcela.
E’ un po’ come se il controllato fosse il controllore. Ci siamo capiti.
Il peregrinare per boschi e montagne cercando di recuperare quella relazione preistorica con l’ambiente, mi ha permesso di riscoprire sensazioni ed emozioni sepolte sotto secoli di ben pensiero.
Oggi mi ritrovo ancora avulso dall’ambiente ed in parte anche dalla società. Vivo in una terra di mezzo costellata di sofferenze e patimenti. Incapace di realizzare me stesso e al tempo stesso incapace di trovare una collocazione in questo mondo.

Mi affido quindi alle sensazioni che ogni volta che appoggio i piedi nudi sulla terra o sull’erba o sulla roccia o su qualunque altro materiale naturale, mi vengono elargite con potenza inaudita ricordandomi prima di tutto che sono un animale particolarmente fragile.
Rinnovare ogni volta che posso la mia fragilità mi aiuta a ridimensionare chi sono e le aspettative che nutro nel mondo in cui vivo.
Comment
[…] con l’estrema sensazione di fragilità che il nostro corpo ha intrinseca, non ha prezzo. Una fragilità che oggi non vogliamo più vedere nè […]