Dopo 4 mesi ininterrotti di meditazione sul respiro, forte dei benefici che ho cominciato a constatare nel quotidiano, ero convinto di aver per così dire consolidato determinati aspetti invece mi sbagliavo di grosso.
Ecco come sono andate le cose.
Ho da poco lasciato il laghetto del Cavone e sto salendo dentro al bosco in direzione del passo Vallone. Giunto al primo bivio saluto il mio compagno di uscita con un “ci vediamo sotto alla croce tra un oretta”.
Avanzo prima nell’erba alta poi di nuovo nel bosco. I pensieri affollano la mia mente. Provo a concentrarmi sul respiro ma non c’è proprio nulla da fare.
Mille immagini, una peggio dell’altra, si susseguono senza soluzione di continuità minando la mia già poca convinzione di proseguire lungo questo itinerario.
Tra l’altro non riesco a non pensare alla primavera dell’anno scorso quando una ragazza proprio su questo sentiero è fatalmente morta.
La fatica è quindi amplificata in maniera assurda dall’impossibilità di trovare un ritmo nel respiro. Arrivo al passo Vallone che sono già spompo.
Per me va già bene così mi dico.
Mi guardo intorno. Il colpo d’occhio verso est è onestamente mozzafiato. Alla mia destra invece il Corno alle Scale domina con la sua presenza incombente di Punta Sofia.
Un vento furioso che soffia da sud-ovest con raffiche improvvise rende il contesto ulteriormente più pericoloso.
Ci mancava solo la giornata ventosa da Appennino…
Prendo tempo scattando un paio di fotografie al costone che ho dinnanzi. Nel frattempo arriva un’altra persona che sale senza darsene più di tanto di quello che sto facendo.
Beh almeno non sono solo penso nel caso dovessi urlare…
Sono piuttosto deciso a continuare ma ovviamente i timori sono tanti, i racconti non hanno aiutato le mie (in)sicurezze che adesso pago tutte in una volta con una buona dose di ansia.
Abbozzo i primi passi pronto a girare i tacchi e battere in ritirata ma contrariamente tutto si acquata. Il vento si calma, il cuore ritrova a fatica un ritmo decente, la mente si schiarisce, avanzo.
Se non fosse per le energie sprecate inutilmente con l’ansia, la salita sarebbe anche piacevole, invece qui si sta consumando il dramma. Le gambe proprio non spingono ed affrontare ogni gradone è un vero supplizio.
Provo a buttarla sul ridere pensando che sto sudando tutte le birre di questa estate tutte in una volta, ma funziona poco.
Mi lascio alle spalle i passaggi più delicati e in un’oretta giungo a Punta Sofia, sono sul Corno. Sono contento. Sono contento di non aver rinunciato perché ora posso giudicare meglio il percorso in funzione di future uscite.
Sono contento perché sono finalmente in cima e mi godo questo vento furioso.
Sono contento perché nonostante la poco preparazione e le praticamente nulle uscite di quest’anno, sono qui, sono in cima.
Oggi volevo proprio arrivare in cima.
Mi sento stranamente contento come non accadeva da secoli, tanto contento da affrontare altre 3 salite. Raggiunto infatti il passo dello Strofinatoio imbocchiato lo 00 e saliamo d’apprima sul Cornaccio e successivamente sul Cupolino.
Giunti al lago Scaffaiolo la magia di essere partiti presto e di aver tagliato fuori i percorsi principali, si infrange contro la triste realtà marittima del lago.
Le squadre aguerrite di bikers si contengono il terreno con gli appiedati intenti a selfarsi a gogo.
Non voglio sapere chi vincerà questa battaglia quindi dopo una breve sosta riprendiamo il cammino e decidiamo di salire anche lo Spigolino.
Chiaramente il grosso della gente segue il sentiero alla base e ci godiamo un’altra bella sudata in compagnia del vento in quella che per fortuna sarà l’ultima salita della giornata.
La vista dallo Spigolino è un déjà vu, è una vista che sa di casa ed è inutile con la luce di oggi cincischiare sulla vetta.
Si scende in direzione del lago Pratignano per poi riguadagnare il Cavone dove abbiamo lasciato l’auto.
Ritorno a casa stremato ma contento. Ritorno a casa consapevole che non sarebbe stato un dramma rinunciare ai Balzi dell’Ora. Ritorno a casa.
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[…] le dovute delusioni, nel complesso la meditazione del respiro ha contribuito a farmi guadagnare un certo grado di […]