Se mentre ti stai slacciando i lacci degli scarponi assapori la serenità di aver trascorso qualche ora in pace allora significa che il primo obiettivo della giornata, che è stare bene, lo hai raggiunto; di conseguenza tutto quello che viene in più è appunto in più.
Riponiamo gli scarponi nel baule dell’auto e ci concediamo una fetta di torta ai frutti di bosco prima di rientrare verso casa. Il cielo ormai è coperto e la minaccia di temporali è piuttosto alta. Come quasi ogni giorno in montagna bisogna mettere in conto una “doccia” pomeridiana, certo potendola evitare siamo tutti più contenti, ma va da sè che con questo caldo e questa umidità spesso è solo questione di fortuna.
Oggi è stata una giornata forse non entusiasmante, ma sicuramente appagante nel profondo. Non eravamo mai stati al Monte Nuda (1775 mt.) ed essendo un po’ fuori dal circuito più inflazionato del Giovo e del Rondinaio, speravamo di avere un po’ di solitudine silenziosa e così è stato.
La Nuda è facilmente raggiungibile dal Lago Santo passando per il passo della Boccaia, dopo una prima parte immersi nel foresta di Barba, raggiunto il passo, si sale con decisione lungo una serie di pendii particolarmente caratteristici. La presenza di argilla rossa di Fiumalbo fa la sua comparsa inaspettatamente dando al paesaggio un assurdo contesto lunare. Se non fosse per la costante presenza dei faggi sembrerebbe di essere su di un altro pianeta. Saliti al di sopra del livello delle alberature, sono i prati a farla da padrone. Un tripudio di fiori e colori che per qualche settimana ancora faranno da coreografia. Con mia sorpresa, raggiunto il passo Eolo (1710 mt.), veniamo ripagati da una vista superba. Verso nord l’onnipresente Cimone già insidiato dai primi ammassi nuvolosi, verso sud il crinale Tosco-Emiliano con tutte le sue vette più importanti, Rondinaio, Giovo per proseguire verso il passo Radici con il Monte Cusna. Dietro a questa muraglia si ergono poi le Alpi Apuane, il baluardo ultimo prima del mare. Fa sempre una certa impressione constatare che “oltre” il primo piano c’è altro…
Raggiungiamo la vetta del Monte Nuda salendo lungo la cresta, da qui si gode un panorama invidiabile, è un po’ come stare sulla prua di una nave, davanti a noi niente altro che rilievi a 360 gradi. Siamo estasiati.
Una nota particolare va sicuramente spesa per una formazione rocciosa, che ho rinominato Dolmen della Nuda, posta appena prima della ripida salita finale. Si tratta di lastre di arenaria Macigno, per certi versi fuori contesto, che si ergono per un paio di metri dando all’ambiente un senso di mistero. Mi sono immaginato una torre sul modello di quelle dolomitiche che un tempo svettava dominando la valle e che in seguito a qualche cataclisma è poi rovinosamente caduta spezzandosi in diverse parti.
Assaporiamo l’ultimo boccone dolce della torta ai frutti di bosco sorseggiando un ottimo caffè. A poche centinaia di metri sembra di stare in una bolgia infernale. Un gruppo di ragazzi spara musica a tutto volume, il lago Santo con i sue 3 rifugi in meno di 300 metri (assurdo!!!!) è assediato da ogni dove. E’ ora di rifugiarsi verso casa e scappare da questo delirio con l’impegno di ritornare in autunno, stagione che saprà regalare sicuramente emozioni nuove ed intense.
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[…] bosco della barba è una foresta che si distende lungo le pendici del monte Nuda e la costa di Terzino nell’alto Appennino […]