Appare oggi su Mountain Wilderness un articolo sul paesaggio ad opera di Giovanni Widmann, già professore di filosofia e storia presso il liceo Russel di Cles, che considero di una brillantezza e profondità incredibili.
Alcune delle considerazioni esposte le ho già evidenziate negli anni scorsi in diversi post su questo blog, ma le riflessioni di Widmann aprono ad una consapevolezza decisamente più profonda riguarda al paesaggio.
Una delle questioni sicuramente importanti è legata alla relazione tra “paesaggio naturale” e “paesaggio culturale“.
Sono due aspetti complessi sui quali con umiltà riporto essenzialmente il mio sentire e la mia esperienza senza voler in alcun modo pretendere che sia la verità.
Rimango profondamente convinto che il paesaggio sia espressione della propria cultura personale, così come Carlo Alberto Pinelli afferma:
“Perché, senza dubbio alcuno, negli spazi naturali ciascuno di noi vede solo cosa ha imparato a vedere; vale a dire cosa la sua cultura di appartenenza gli suggerisce di vedere.”
Ma quindi il paesaggio naturale esiste?
Probabilmente in senso lato no, ma per il singolo, ecco io penso che sì, esistano dei paesaggi naturali nella misura in cui questi paesaggi li si sperimenta ex novo.
Ripenso al concetto inflazionato di Wilderness e ad un passaggio fondamentale del libro di Barry Lopez, Sogni artici, riguardo la sua esperienza di caccia all’orso con gli Inuit e a come il paesaggio fosse fortemente espressione della cultura o meglio la cultura era espressione del paesaggio, il paesaggio prendeva forma nella misura in cui esprimeva un evento, una caratteristica, un’eccezionalità, un ricordo.
Ecco la Wilderness di per sé oggi non esiste, quello che però esiste è una propria personale esperienza di Wilderness perché nel momento in cui viviamo per la prima volta un paesaggio, per noi quel vivere è un vivere Wilderness .
La Wilderness non esiste, la Wilderness è dentro di te
Chiudo riflettendo nuovamente sull’idea che il paesaggio è cultura. Ne deduco che se il paesaggio è espressione di una certa cultura allora quella cultura è espressione di un fare corrotto, marcio, privo di profondità e figlio di una visione distorta e fortemente parziale del paesaggio.
2 Comments
[…] Nelle ultime settimane ho letto e scritto parecchio a proposito del paesaggio. […]
[…] Come ormai abbiamo detto innumerevoli volte, il paesaggio è prima di tutto espressione di una cultura. […]