Va consumandosi velocemente la fine della fotografia di paesaggio. Raccontare un luogo è ormai diventato una sorta di docu-fiction il cui unico scopo è quello di scalare le classifiche dei likes.
Giusto la scorsa estate ne scrivevo riportando una citazione ahimè attualissima di Carlo Alberto Pinelli.
Il risultato, che è sotto l’occhio di tutti, è un’omologazione fotografica dei luoghi tale per cui la loro storia ha smesso di essere il cardine di un racconto, prima di tutto personale, a favore invece di “quella precisa immagine” che li rappresenta.
La fotografia di paesaggio è finita!
Il flusso ininterrotto di immagini, tutte identiche, di un luogo ha creato nell’immaginario collettivo delle aspettative il più delle volte disattese, ma non per questo meno inseguite. La riprova è l’affollamento ridicolo di determinati luoghi e l’assoluto disinteresse per tutto il resto.
Perché se un luogo ormai ha un significato in funzione di una determinata immagine lo è anche della vacanza per cui esiste e funziona solo se documento di essere stato in quei precisi luoghi.
Siamo ormai alla follia!
Ho deciso quindi di fare una ricerca nel nostro archivio fotografico scegliendo uno dei luoghi più inflazionati al mondo: il lago di Braies.
Come tutti sanno ormai la situazione è al limite dell’insopportabile e dell’insostenibile, e l’unica immagine degna di riscontro di questo luogo è l’ormai famigerata capanna sul lago fotografata dal versante nord alle sue spalle. Il lago di Braies è questa immagine, il resto è solo un’insieme di virgole, punti, accenti che non aggiungono nulla al mainstream di questo luogo e che sopratutto non interessano a nessuno.
Se è vero che ogni luogo ha il suo simbolo, è anche vero che intorno a quel luogo quasi sempre vi sono cose altrettanto interessanti da esplorare e da vivere. Mettendo quindi il lago al centro di una ipotetica circonferenza ho scelto diverse fotografie che a mio parere raccontano in maniera esaustiva le caratteristiche e la bellezza di questo luogo.
Rimango quindi fortemente convinto che l’attuale corrente impetuosa del social mainstream altro non è che la rappresentazione frettolosa ed approssimativa del mondo che ci circonda: approssimativo, usa e getta, impersonale.
4 Comments
[…] il proprio sentire. Ahimè questo vorrà dire molto spesso andare controcorrente rispetto al mainstream ma di contro quando guarderete le vostre immagini avrete quella soddisfazione che la semplice […]
[…] assunto è imprescindibile se non si vuole banalmente cadere nel mainstream del […]
[…] l’esplorazione personale di questo pianeta è invece tutta da costruire. Anche in luoghi iper blasonati è possibile avventurarsi su sentieri solitari e sperimentare l’esplorazione e la scoperta di luoghi […]
[…] Ci siamo prestati, gratuitamente, a questo gioco al massacro ed oggi ci ritroviamo (in)felicemente omologati in un flusso di immagini/informazioni che determina non solo il nostro modo di pensare e vivere ma anche quello di vedere ed intendere l’ambiente che ci circonda. […]