Concerto sì o concerto no?
Per quanto mi riguarda non ho dubbi, si tratta di un grande NO!
Dico no per alcuni semplici motivi (ne avrei molti di più ma mi limito):
- La montagna, per quanto possa essere stata devastata, come nel caso in questione, non è e non sarà mai il luogo adatto per spettacoli ricreativi che abbiamo come caratteristiche imprescindibili un grande afflusso di persone e un alto volume di inquinamento. Non dimentichiamoci che negli ultimi anni una delle cause principali di inquinamento dell’ambiente montano, è stato proprio il rumore. Del resto basta salire un po’ in quota tra giugno e settembre per venire sommersi da una cacofonia di suoni provenienti dai fondovalle che altro non fanno se non disturbare prima ancora che quei poveri cristi che vorrebbero godersi un po’ di sana contemplazione del paesaggio, quei pochi animali sopravvissuti alla devastazione inesorabile dell’uomo.
- I più si dimenticano forse che l’ambiente montano è imprevedibile per definizione e quindi potenzialmente foriero di grosse problematiche a livello di sicurezza. Nessuno forse si è posto una domanda del tipo: “ma se scoppia un temporale pomeridiano tipico del periodo estivo?”. Ecco, sarebbe interessante sentire le risposte di chi ha organizzato e di chi sarà preposto alla sicurezza.
- L’ambiente montano è al limite del punto di non ritorno in termini di antropizzazione, perché vogliamo per forza aggiungere un ulteriore tassello a quanto già è stato fatto? Perché? In nome di chi o cosa?
- Per quanto lodevoli possano essere le motivazioni e lo spirito di chi ha pensato ed organizzato questa iniziativa, forse si dimentica che il genere umano, quel genere ahimè a cui tutti noi apparteniamo, non è stato mai in grado di rispettare alcunché che non fosse, forse, il proprio giardino di casa. Si pensa quindi che basti uno spirito ecologico o ecosostenibile o ecocompatibile o eco-qualcosa per far sì che le menti ed i cuori di cotanti partecipanti cambino così in fretta? Fino a prova contraria il pensiero comune è esatto il contrario. Certo possiamo parlarne, ma magari facciamolo al bar non in cima ad una montagna.
- Negli ultimi anni abbiamo assistito al proliferare di iniziative che per chi intende la montagna in un certo modo sono quanto meno discutibili, tipo la spiaggia sotto il Monte Civetta, i concerti sulle piste da sci, i raduni dei quad in quota e tanti altri piccoli e grandi eventi che ogni anno si aggiungono alla lista nella speranza di rendere sostenibile un’economia, quella montana, attraverso un modello di consumo prettamente cittadino. Mi spiace lor signori ma questo approccio non solo non funzionerà, ma distruggerà quel poco di ambiente e di cultura che ancora rimane più o meno intonso nel territorio alpino.
- Chiudo con un’ultima quanto simpatica domanda: ma perché un tour che è denominato “Jova Beach Party” deve far tappa in cima ad una montagna? A voi la risposta…
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[…] andati abbondantemente oltre le infauste previsioni di Aldo Gorfer, o forse invece va bene così, va bene come è ora, la montagna come appendice della città. Non sta a me giudicare, ma per quanto mi riguarda non è […]