Comincio a scrivere questo lungo, lunghissimo post, per tenere traccia di questa idea che a fine marzo ha cominciato a prendere forma nella mia testa.
Tra gli innumerevoli panorami e montagne viste in questi mesi, alcune hanno colto più di altre il mio sentire tanto da voler provare, prima che con mezzi motorizzati (vedi elicottero) a fotografarli solo con le mie forze.
Ho quindi cominciato a studiare le cartine ma ad una prima occhiata, tutto mi è fin da subito apparso oltre ogni possibilità per quanto riguarda le mie capacità (tecniche, emotive, fisiche).
Nonostante questo, il mio immaginario ha continuato ad elaborare la cosa fino a quando sono incappato verso la metà di aprile in un post di Michele Comi, guida alpina della Valmalenco, che si metteva a disposizione per uscite alpinistiche per l’estate a venire.
Non solo, ma l’invito a fare proposte doveva avvenire tramite lettera manoscritta.
La cosa mi ha immediatamente entusiasmato e, in una grigia domenica di aprile, mi sono messo di santa pazienza con carta e china a cercare di disegnare quello che nella mia testa era la fotografia che volevo realizzare.
Dopo alcuni tentativi decido che il risultato dello schizzo può andare e farcisco il tutto con le parole che in quel momento mi frullavano per la testa.
Due settimane dopo ricevo una missiva da Michele con la sua risposta ed una foto di esempio scattata da Gustav Sommer proponendo una chiamata telefonica per approfondire l’argomento.
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